lunedì 6 dicembre 2010

Configurare un BlackBerry marchiato TIM per la rete Vodafone

Ho testato sulla mia pelle cosa voglia dire configurare un Blackberry brandizzato TIM con una scheda Vodafone e cercando in rete ho visto che il disagio è una cosa piuttosto frequente, ma ancor più frequente sono i pasticci che si fanno, io in 24 ore sono riuscito a far tutto, ora vi spiego come o fatto.
1- Se il vostro Blackberry è brandizzato Tim, dovete accertarvi che non sia bloccato, in questo modo :” Per poter vedere se il proprio blackberry e’ sim-locked si puo’ andare sotto il menu Impostazioni -> Opzioni avanzate -> Scheda SIM.
Da qui digitare sulla tastiera il codice MEPD (in minuscolo) o MEPPD (se un 7100 / 8100) e apparira’ a schermo un menu nascosto:
   * Personalization:
   * SIM
   * Network
   * Network Subset
   * Service Provider
   * Corporate

In corrispondenza di ciascuna riga dovrebbe apparire “enabled” o “disabled“.
Ho sottomano un palmare Vodafone e come ovvio ho tutti “disabled” in quanto non sono sim-locked.
A partire da qui bisogna comunque contattare il proprio centro servizi per farsi dare il codice MEP di sblocco che deve essere inserito nella finestra di dialogo che appare digitando da tastiera la parola chiave MEP2 (o MEPP2 se un 7100).
Ricordate che in ogni caso tutti questi codici vi verranno forniti direttamente dal centro servizi dell’operatore mobile.” –Fonte http://www.blackberryitalia.it/
2- Ok il Vostro terminale non è bloccato ora dovete attivare la promozione Blackberry di Vodafone (gratis il primo mese 9 euro i mesi successivi), in questa maniera, chiamate il 190 e dite che volete attivare la promozione, a questo punto, dopo qualche minuto riceveret un SMS di conferma a questo punto la vostra scritta gprs (in alto a destra) da caratteri minuscoli dovrebbe apparire in maiuscolo GPRS, ok vuol dire che il terminale è registrato, ora vine il bello
3- dovete registrare il terminale al sistema BIS e a questo punto che solitamente si hanno problemi, ma non disperate ora vi spiego, andate sul menu del Blackberry Opzioni>Stato e annotate PIN e IMEI, ora andate sul sito http://mobileemail.vodafone.it/ (non su altri, solo su qusto per clienti Vodafone) create un nuovo account, se vi riesce alla prima ok, registrate le vostre mail ed il gioco è fatto, altrimenti se vi da un messaggio di errore del tipo: il terminae è già registrato con un altro provider o roba del genere, se siete certi che nessuno abbia registrato il blackberry prima di voi ( se usato chiedete al precedente proprietario) basterà attendere (io ho aspettato circa 20 ore) e ogni tanto provare a registrarsi abbiate un pò di pazienza e vedrete che riuscirete a creare l’account. Se proprio non dovreste riuscire non vi resta che chiamare il 190 e farvi creare da loro l’account ma badate di essere sicuri che nessuno abbia registrato prima il vostro Blackberry, e comunque vi consiglio di aspettare 24 ore da quando la scritta GPRS diventa maiuscola.

Ripristinare la password perduta

A molti sarà capitato di perdere una password prima o poi e in un sistema multiutente come Linux, senza la password di accesso non si può accedere affatto al proprio computer.
Tuttavia se si dispone di un accesso fisico alla macchina e abbiamo la possibilità di riavviarla e scegliere la modalità di ripristino all’avvio, l’operazione di cambio della password è molto semplice.

Ripristino mediante recovery mode
Ubuntu sin dall’installazione crea almeno due voci nel boot manager (GRUB), la prima è quella che utilizziamo abitualmente e avvia il sistema in modalità normale, la seconda è la modalità di ripristino (recovery mode).
All’avvio del PC appare un messaggio che ci avverte di premere ESC per accedere al menu di GRUB, il boot manager predefinito di Ubuntu.
Premendo ESC sarà presentato l’elenco delle possibilità di scelta di GRUB, generalmente due per ogni versione di kernel installato, la prima per un avvio normale e grafico e la seconda chiamata recovery mode per un ripristino del sistema da console. Per reimpostare la password sceglieremo il recovery mode e premiamo Invio. Al termine del caricamento sarà presentato un prompt
root@nomecomputer:~# dal quale potremo eseguire qualsiasi comando amministrativo senza necessità di immettere la password o usare sudo. Per cambiare la password del nostro utente scriveremo:
passwd nomeutente

Sarà richiesta due volte la password da assegnare, inserirla, confermarla e al termine scrivere exit per procedere col normale avvio del sistema.

Ripristino mediante cambio init
Se la modalità di ripristino non è disponibile oppure non funziona o si blocca in malo modo è possibile avviare il kernel normale, passando delle opzioni per interrompere il caricamento ed accedere ad una riga dei comandi da cui cambiare la password.
Per fare ciò modificheremo temporaneamente il programma di avvio init, indicando al kernel di cambiarlo con una shell bash, anziché con quello predefinito che avvia tutti i servizi normali.




All’avvio interrompere il caricamento con ESC per accedere al menu di GRUB, spostarsi sul primo e premere il tasto e (edit). Spostarsi quindi sulla riga kernel (la seconda) e premere nuovamente e per modificarla.

Cancellare ro quiet splash locale=it_IT e sostituirlo con rw init=/bin/bash e confermare con Invio.
Ritornati alla videata precedente è possibile eliminare la riga quiet che nasconde eventuali messaggi che potrebbero esserci utili. Per farlo ci sposteremo sulla riga quiet e premeremo il tasto d (delete). Questo passaggio non è obbligatorio in alcun modo.

Avviamo quindi il sistema premendo il tasto b (boot). Dopo il caricamento iniziale del sistema ci sarà proposto un prompt di utente root@(none):/# dal quale potremo eseguire il cambio di password con:
passwd nomeutente

Inserire e confermare la password da assegnare all’utente. Uscire da questo ambiente però può essere un attimo problematico, poichè init è il primo programma avviato che tiene in vita tutto il sistema, se lo chiudessimo con exit il sistema crederebbe che è andato in errore tutto il sistema, ma altresì Ubuntu non consente il riavvio dal sistema init rispondendo con un Connection refused se tentiamo il riavvio o lo spegnimento.
Per evitare possibili perdite di dati smontiamo e rimontiamo il file system in sola lettura e assicuriamoci che tutti i dati siano stati scritti su disco prima di dare il fatale exit. In ordine quindi digitiamo:

mount -o ro,remount /
sync
exit


Ci sarà quasi sicuramente risposto un minaccioso: Kernel panic – not syncing: Attempted to kill init! e il sistema si bloccherà. Fatto ciò potremo riavviare senza paura di perdere dati, avendo il sistema in sola lettura e con tutte le scritture già effettuate dato il sync precedente e naturalmente la password cambiata.
Ripristino mediante chroot da CD
Se non è possibile utilizzare nessuno dei due sistemi precedenti, ad esempio perché GRUB è bloccato o protetto da una password, possiamo inserire qualsiasi CD con Linux che ci dia la possibilità di scrivere comandi su una shell, va bene anche il CD di installazione di Ubuntu. In questo ultimo caso la shell la avvieremo manualmente dal menu Applications, Accessories, Terminal.
Sulla riga dei comandi verifichiamo se siamo root scrivendo
whoami
Se non ci sarà risposto root, passiamo a root con sudo -s -H oppure su se la distribuzione non utilizza sudo. Per continuare è necessario essere root.
Se non conosciamo la partizione di avvio di Linux possiamo vedere la tabella delle partizioni con fdisk -l /dev/sda oppure fdisk -l /dev/hda. Dipende da come vengono rilevati i dischi.
Per esempio una tabella delle partizioni tipica riporta:

Disk /dev/sda: 85.8 GB, 85899345920 bytes
255 heads, 63 sectors/track, 10443 cylinders
Units = cilynders of 16065 * 512 = 8225280 bytes
Disk identifier: 0x000c48f1

   Device Boot      Start         End      Blocks          Id         System
/dev/sda1   *           1        5078       40789003+   7      HPFS/NTFS
/dev/sda2            5079     10217      41279017+  83     Linux
/dev/sda3           10218    10443      1815345       5       Extended
/dev/sda5           10218    10443     1815313+    82    Linux swap / Solaris

Osservare le colonne Device e System. La partizione di tipo Linux è una sola, si tratta di sda2, è certamente quella. In un sistema con più partizioni ci si può orientare anche con le dimensioni o con l’ordine.
Montiamo quindi quella partizione e cambiamo l’ambiente attivo con:
mount /dev/sda2 /mnt
chroot /mnt /bin/bash
Fatto ciò ci troveremo una shell bash aperta nell’ambiente di quella partizione, quasi come se avessimo avviato da quella partizione, tutte le operazioni sono reali su quel disco e non come se avessimo avviato da CD.
Cambiare la password è molto semplice da qui:
passwd nomeutente
Inserire e confermare la password. Quindi uscire dall’ambiente chroot, smontare la partizione e riavviare:
exit
umount /mnt
reboot
Esistono anche altre maniere ma dovrebbero bastare queste tre principali. Ciò dovrebbe insegnarci a non fidarci troppo della protezione mediante password, chiunque abbia accesso fisico alla macchina può reimpostare la password o addirittura toglierla temporaneamente e rimetterla esattamente come prima anche senza conoscerla.

10 Trucchi per fare andare meglio Ubuntu

Dieci trucchi classici, per far andare meglio il nostro Ubuntu, dal multimediale, all’utlimo kernel, ecco come possiamo migliorare la nostra vita sul sistema linux più diffuso nel mondo.

1. Facciamo funzionare bene la parte multimediale
Di default ubuntu installa soltanto software free, questo comporta che molti formati popolari non sono supportati. Questo è un brutto inconveniente, anche se il Team di ubuntu fa bene a non supportare alcuni di questi formati, perchè si potrebbe ritrovare a dover pagare forti somme di denaro di multe.
Fortunatamente per gli utenti questo non è un grande problema, sul wiki di Ubuntu c’è una piccola guida sui formati ristretti (eng) che spiega come puoi prendere quello che ti serve per far andare al meglio questi formati.

2. Cambiamo i programmi di default

Ubuntu viene distribuito con moltissimi programmi che fanno le cose in modo molto simile tra loro, ad esempio come editor di default è settato Nano, non sarebbe meglio cambiare e avere il più famoso Vim?.
La strada più facile per farlo è usare è usare il programma update-alternatives, questo mantiene dei link simbolici sotto /etc/alternatives  che determinano cosa lanciare di default per alcuni programmi come FTP, system, editor, Telnet, rsh, windows manager ecc… per avere lista completa basta digitare:
ls -al /etc/alternatives/
ora per modificare l’editor di default per passare da Nano a Vim è sufficiente digitare:
sudo update-alternatives --config editor
apparirà qualcosa simile a questo:
There are 3 alternatives which provide `editor'.
Selection Alternative
-----------------------------------------------
1 /usr/bin/vim
2 /bin/ed
*+ 3 /bin/nano
Press enter to keep the default[*], or type selection number:
a questo punto è sufficiente premere 1 per avere Vim come editor di default.

3. Come installare un pacchetto:
Quasi tutti i software che vuoi installare in ubuntu sono presenti nei Repositories di default ed è semplice installarli tramite programmi grafici come Adept, Synaptic o simili. Cosa succede se però vogliamo installare un programma come ad esempio Opera che è disponibile per Ubuntu ma non è presente nei repositories?
In questo caso dobbiamo scaricare il pacchetto debian (.deb) e cliccarci con il destro e aprirlo con GDebi, in alcuni casi è sufficiente il doppio click, GDebi mostra in modo grafico le informazioni sul pacchetto, cosa fa, le varie dipendenze, cosa contiene e un tasto per installarlo.
Se invece preferisci fare tutto da linea di comando è sufficiente digitare
sudo dpkg -u nomepacchetto.deb

4. Sudo e gksudo
Se hai usato linux per un pò di tempo, conosci la potenza distruttiva che può avere un programma lanciato male da root, può modificare la configurazione spostare file di sistema ecc…
Cosi Ubuntu ha pensato un sistema diverso, l’utente root esiste in Ubuntu ma non può essere usato se non attraverso il comando sudo.
Probabilmente già conosci come funziona sudo nomecomando. Ma se vuoi lanciare un programma grafico come se fossi root o un altro utente? è semplice basta usare gksudo al posto di sudo. Se vuoi lanciare Ethereal (è un famoso sniffer) come root,  Apriamo il “Esegui applicazione” (ALT+F2) e scriviamo gksudo ethereal sarà richiesta una password e il programma sarà avviamo come utente con permessi root.
Ma in alcuni casi se hai bisogno di usare proprio l’utente root da shell puoi digitare
su -
Questo ti farà loggare diventare root, ma non si può loggare direttamente come root come dicevamo in ubuntu nessuno può loggare come root, per farlo bisogna cambiare la password di root semplicemente digitando passwd quando siamo diventati root e settiamo la password che vogliamo.
Per sicurezza mi raccomando non lasciate root attivo, inoltre consigli pwgen per creare delle password a prova di bomba.

5. Aggiungere utenti come admin
Quando installi Ubuntu, viene aggiunto in automatico il primo utente come sudoer, questo permette a quell’utente di poter lanciare comandi come se fosse un utente root scrivendo la sua password.
Tuttavia se si aggiungono altri utenti questi non avranno tale privileggio, per aggiungere anche ai nuovi utenti questo privileggio bisogna digitare quanto segue:
sudo usermod -G admin nomeutente
Se l’utente fa già parte di un altro gruppo basta aggiungere al comando -a facendolo diventare:
sudo usermod -a -G admin nomeutente
Se preferisci fare il tutto da interfaccia grafica puoi andare in Sistema (System) -> Amministrazione (Administration) -> Utenti e Gruppi (Users and Groups), selezionare l’utente a cui si vuole dare i permessi di sudo e cliccare con tasto destro e scegliere Propietà e sotto  “Privileggi utente” selezionare “Amministrare il sistema”

6. Aggiungere un nuovo desktop
Molti utenti non sono sicuri su quale desktop usare, a differenza di sistemi come windows infatti, Linux prevede l’uso di molte interfacce grafiche in base alle preferenze dell’utente, ogni Desktop Manager è completamente diverso dagli altri e offre funzionalità diverse, tra i più famosi troviamo Gnome (quello di default), KDE, Xfce e molti altri.
Ubuntu infatti viene distribuito con molti nomi e contenuti diversi oltre a Ubuntu classico infatti c’è Kubuntu, Xubuntu, edubuntu, ecc…  se si è installato soltanto uno è possibile comunque installare gli altri digitando semplicemente quanto segue senza bisogno di scaricare di nuovo il CD:
sudo apt-get install kubuntu-desktop
sudo apt-get install edubuntu-desktop
sudo apt-get install xubuntu-desktop
Alcuni sono più semplici da usare altri più veloci, altri più belli insomma ce nè per tutti i gusti.
Naturalmente si possono installare anche da Interfaccia grafica usando tools come Synaptic

7. Come riconfigurare X.org
Molto tempo spesso viene perso per riconfigurare X.org che per qualche motivo si rifiuta di far partire X, questo software è quello che gestisce le basi grafiche per interfacciarsi con la scheda video. Qualsiasi windows manager tu stia usando (GNOME, KDE, Xface o altro) stai pur sicuro che funziona soltanto grazie a X.org
In genere appena installato X.org viene configurato in modo perfetto (o quasi) per lavorare al meglio con la tua scheda video e il tuo monitor, tuttavia a volte ci possono essere problemi, magari perchè Ubuntu quando lo hai installato non riconosceva ancora la tua scheda video oppure hai comprato una nuova scheda video e quindi devi modificare i paramentri per la nuova scheda.
Insomma può essere necessario modificare X.org dopo l’installazione, e se non si uvole fare a mano andando a modifcare /etc/X11/xorg.conf è possibile farlo usando il seguente comando:
dpkg-reconfigure xserver-xorg
Con questo comando ti saranno richieste le informazioni su scheda video, monitor, color depth senza il bisogno di andarsi a districare tra le tantissime stringhe del file di configurazione.

8. Log in automatico

Di default quando avvi il computer, ubuntu ti fa vedere lo screen di login prima di entrare nel sistema. Dalla parte sicurezza è decisamente una buona idea, tuttavia per chi usa il pc da solo questo può essere davvero noioso.
Se vogliamo loggare automaticamente all’accensione del Computer è sufficiente andare in Sistema-> Amministrazione -> Finestra di accesso (su Ubuntu 9.10 alcune cose sono cambiate nel login potrebbe essere non vero quanto riportato qui).
Andiamo al tab Sicurezza e selezioniamo “Abilita accesso automatico” e sotto digitiamo l’utente con cui vogliamo accedere.
Questo sistema è altamente sconsigliato per laptop, netbook e simili o pc usati da più persone.

9. Compilare dal sistema

Il repository di Ubuntu è molto grande, ma a volte può essere necessario dover compilare alcune cose a mano. ad esempio per avere le ultime versioni di un determinato pacchetto oppure per attivare funzionalità disattivate sul software fornito.
Se vuoi installare un pacchetto da sorgente puoi usare alcune scorciatoie per renderti la vita più facile.
Prima di tutto probabilmente bisogna installare il build-essential se non hai mai installato nessun tool di sviluppo digitare quanto segue:
sudo apt-get install build-essential
Questo prenderà il compilatore GCC, gli header del kernel, GNU Make, e altri pacchetti che ti serviranno.
Poi se vuoi compilare un pacchetto come Gaim ad esempio perchè è uscita una nuova versione dovrai essere in grado di gestire le dipendenze con la vecchia versione, per fare questo bisogna digitare:
sudo apt-get build-dep nomepacchetto
Questo ti darà tutti i pacchetti che ti servono disponibili su Ubuntu per compilare il pacchetto installato su Ubuntu che molto probabilmente saranno sufficienti anche per la nuova versione.
Ora invece id usare make install, usiamo CheckInstall, CheckInstall crea un pacchetto Debian e lo installa per te, cosi potrai eliminarlo aggiornarlo molto più semplicemente.
Digitiamo:
apt-get install checkinstall
dopo aver avviato:

./configure
./make
sudo checkinstall
10. Un nuovo Kernel

Se il kernel di default di ubuntu (linux-image-generic) ci sta stretto volendo si può cambiare sceglienda tra uno dei tanti disponibili.
Per sovrascrivere il Kernel di default con uno nuovo è sufficiente aprire Synaptic e cercare “linux-image” ci saranno molte scelte, prenidamo quella che più si addice alla nostra CPU.
Dopo aver installato il nuovo kernel è necesario riavviare.
Se si hanno più di 3gb di Memoria e linux non li riconosce è sufficiente installare questi pacchetti:

sudo apt-get install linux-restricted-modules-server
sudo apt-get install linux-headers-server
sudo apt-get install linux-image-server linux-server

Rileggendo questo documento mi è venuto in mente quanti passi da gigante ha fatto il mondo opensource, se confrontato con quello proprietario, molte cose scritte nel 2006 non solo non erano più vere ma nemmeno  impensabili, oggi il kernel di default ad esempio il linux-image-generic è per 686, x.org non crea più i problemi di una volta installare una scheda accellerata nel 2006 era molto più complicato e difficile e spesso ci si ritrovava con un x.org che non partiva, oggi è più semplice su linux che su windows, e se qualcosa non va è lo stesso ubuntu a suggerirvi cosa fare.

domenica 5 dicembre 2010

1 Infinite Loop, Cupertino

Infinite Loop is a street encircling the six main buildings of Apple's headquarters in Cupertino, California. Each building has a number which corresponds to its single-digit address on the Loop, and so Apple's official mailing address is "1 Infinite Loop". The numbers increment in the clockwise direction. Employees often refer to the buildings as IL1 through IL6. The loop connects to Mariani Avenue, which was the former street address of Apple HQ; early printed material contains the address "20525 Mariani Avenue," which is the address of a building that stills stands directly across on the other side of De Anza Boulevard.
Infinite Loop is at the southeast corner of De Anza Boulevard and Interstate 280. The main office, 1 Infinite Loop, directly faces De Anza Boulevard. There are other buildings on Apple's campus which are in the proximity of, but not on Infinite Loop. Apple has purchased a nearby parcel of land on which to build a second campus.[1]
The name was inspired by the programming concept of the infinite loop.
Infinite Loop is actually a private U-shaped crescent that joins up with the public street Mariani Avenue to form a loop.

sabato 4 dicembre 2010

Backup Dati con Blackberry Desktop 6.0 e precedenti

Ci si è mai trovati in situazioni nelle quali sarebbe molto utile poter disporre del backup dei dati ma non si è mai avuto il tempo o la voglia necessari per farlo?
Per prevenire un danno calcolato, suggeriamo a tutti gli utenti di seguire questa mini-guida. Qui verrà spiegato come eseguire un salvataggio dei dati per il proprio smartphone BlackBerry tramite il software per PC BlackBerry Desktop Manager (versioni 6 e precedenti).
Con BlackBerry Desktop Manager 6.0 basta premere il pulsante "Back up now" (attenzione, nelle versioni precedenti il pulsante si chiama “Backup and Restore”). Nella schermata successiva, selezionare tutto e procedere con l'operazione.


E' anche disponibile l'opzione che consente di criptare i propri dati; per ripristinarli sarà necessaria la password. Altra caratteristica del software è la possibilità di programmare il back-up automaticamente. E' comunque necessario che lo smartphone sia collegato al PC.
I dati salvati saranno salvati per default nella cartella Documenti i un file con estensione *.ipd. Questi servono per ripristinare il backup e non possono essere aperti dal PC.
Un trucco che potrà tornare utile: è possibile ripristinare dati salvati in qualsiasi smartphone BlackBerry! Dunque se si acquista un nuovo dispositivo, è possibile fare un innesto con i vecchi dati. Una soluzione molto pratica e utile.
I dati salvati sono i messaggi, i documenti, i contatti, i dati del calendario, le preferenze del profilo e molto altro. Le applicazioni non rientrano nel back-up.

BlackBerry Tricks

I menu nascosti dei palmari BlackBerry RIM sono oramai conosciuti per tutti i modelli. Menu accessibili tramite la pressione del tasto ALT e la successione veloce di alcune lettere.
Anche sul palmare BlackBerry RIM Storm sono presenti gli stessi menu nascosti, ma essendo un palmare touchscreen non e' possibile tenere premuto il tasto ALT mentre sullo schermo si digitano altre lettere. La soluzione e' molto semplice. Infatti il sistema per accedere alle funzioni nascoste del BlackBerry RIM Storm consiste innanzi tutto nel posizionare il palmare in modalita' landscape - posizione orizzontale - quindi mostrare la tastiera e nel tenere premuto il tasto ?123 per qualche istante finche su di esso compare l'icona di un lucchetto come illustrato nella seguente figura.
Una volta che la tastiera compare nella modalita' numerica e simboli si devono digitare i tasti che corrispondono alle note combinazioni in lettere. Di conseguenza le combinazioni di tasti sullo Storm - ottenuti sostituendo i simboli alle lettere corrispondenti alla tastiera QWERTY degli altri palmari BlackBerry - diventano come indicato nella lista seguente:

visualizzazione log del registro del palmare
Palmari BlackBerry
Tasto ALT + LGLG
BlackBerry Storm
" / " /

segnale dell'antenna in formato numerico (potenza in decibel del segnale)
Palmari BlackBerry
Tasto ALT + NMLL
BlackBerry Storm
! , " "

visualizzazione del menu di help
Palmari BlackBerry
Tasto ALT + ESCR
BlackBerry Storm
2493

Un menu nascosto accessibile invece nel modo tradizionale e' quello relativo alla diagnostica andando su Opzioni>Stato
Digitiamo ora sulla tastiera la sequenza di lettere a comporre la parola test (per il palmari con tastiera SureType digitare le lettere come se stessimo utilizzando la modalita' multipressione. Quindi, tasto TY [1 volta], ER [1 volta], AS [2 volte], TY [1 volta]).
Per il BlackBerry Storm e' sufficiente andare in Opzioni -> Stato e visualizzare la tastiera normale QWERTY - sempre in modalita' landscape - e digitare la parola TEST.
Ecco comparire il menu nascosto della diagnostica.
Selezionare quindi i test che si vogliono eseguire e premere sul pulsante Esegui
Effettuare i test cosi come descritto a schermo e verificare che il risultato finale corrisponda a quello atteso.
Quindi selezionare dal menu la voce Avanti per proseguire al test successivo. Indicare Si/No a seconda del risultato che abbiamo ottenuto per ciascun test.
Al termine della procedura viene generato un report finale con l'esito di tutti test effettuati.

HTC Diamond Touch Reset

To perform a soft reset
1. Pull out the stylus.
2. Use the stylus to press the RESET button located at the opening of the stylus compartment. Your device restarts and displays the Home screen.
Hard reset
You can also perform a hard reset (also known as a full reset). A hard
reset should only be performed if a normal reset does not solve a system
problem. After a hard reset, the device is restored to its default settings—
the way it was when you first purchased it and turned it on. Any programs you installed, data you entered, and settings you customized on your device will be lost. Only Windows Mobile® software and other pre-installed programs will remain.
Warning! Your device will be set back to factory default settings. Make sure that any additional installed programs and/or user data have been backed up before you perform a hard reset.

1. Pull out the stylus.
2. With the device turned on, press and hold the VOLUME DOWN and
ENTER buttons, then press the RESET button with the stylus tip.
3. Release the RESET button, but continue pressing the VOLUME DOWN and ENTER buttons until you see this message on the screen:

4. Release the VOLUME DOWN and ENTER buttons, then press the
VOLUME UP button to perform the hard reset, or press any other
button to cancel the reset.

venerdì 3 dicembre 2010

Recovery da periferiche USB che non funzionano

A) Procedura di rimozione delle periferiche "nascoste" o "morte" di Windows XP e Vista:
Poichè ogni volta che si collega una periferica usb nuova, oppure già usata ma ad una porta diversa, Windows riconfigura i driver con esiti a volte IMPREVEDIBILI, questa è la procedura di pulizia totale delle periferiche usate in passato sul computer, o delle installazioni fallite etc. (Attenzione: la procedura è applicabile a qualsiasi tipo di periferica e non solo a quelle USB):

1) rimuovere tutte le periferiche usb collegate al pc
2) disinstallare dal Pannello di Controllo\ Rimozione applicazioni i pacchetti driver per periferiche usb installati, ad es i pacchetti driver Belkin o D-Link; purtroppo Windows chiederà di riavviare dopo la rimozione di ognuno.... farlo!
3) eseguire manualmente questi comandi in una finestra DOS (Start->Esegui->cmd) oppure scaricare ed eseguire con doppio clic questo file .bat (in Vista eseguire la shell o il .bat come Amministratore):
Codice:
set devmgr_show_nonpresent_devices=1 [Invio]
start devmgmt.msc [Invio]Nella finestra che si apre spuntare in Visualizza la voce Mostra periferiche nascoste.
Ora, aprendo i vari rami si potranno vedere delle voci "trasparenti" ossia le periferiche non collegate al pc, magari anche vecchie di anni. Selezionarle ad una ad una dopo aver aperto il ramo della categoria corrispondente e procedere alla loro rimozione mediante il tasto destro del mouse e la voce rimuovi.
Dal basso per prima la voce "Volumi",
poi "Unità disco"
poi "Unità DVD\CD Rom"
poi "Schede di rete" -> Eliminare SOLO la voce principale della scheda di rete LASCIANDO STARE "Scheda asincrona RAS" e "Miniport dell'utilità pianificazione pacchetti" nonchè eventuali driver di antivirus e simili poi "Controller USB (....)" -> rimuovere tutte le voci trasparenti.
Concentriamoci sulle periferiche usb, ma, volendo, possiamo ripulire per bene tutto il sistema. Se si vuole fare una procedura approfondita di pulizia NON TOCCARE MAI la voce "Driver non plug and play". Riavviare. Attenzione che se si riavvia le periferiche nascoste non sono più visibili e occorre ripetere i comandi precedenti.
4) [Facoltativo] aggiornare i driver del chipset della mobo e Windows con le varie pach, tra cui ce ne sono varie che riguardano l'usb (Windows XP originale, manco riconosceva l'usb2....).
5) dopo aver riavviato inserire il doungle usb wifi e quando il SO chiede il driver puntare manualmente nella cartella in cui si è decompresso il driver Ralink only scaricato da questa pagina che verrà installato confermando sempre tutto.
A quel punto su Windows XP non servono utility particolari: fare doppio clic sull'icona col televisorino radio nella tray zone vicino all'orologio e selezionare la rete cui connettersi, oppure cliccare su cambia impostazioni avanzate per impostare una rete personalizzata.
In alternativa è possibile installare l'utility Ralink, ma la gestione dell'accesso alle reti è sempre meglio lasciarla a Windows.
Per eliminare la fastidiosa scritta "Rete senza fili 2" (3, 4, ...) semplicemente rinominare la connessione da Pannello di controllo\Connessioni di rete.

B) Procedura di rimozione completa di tutte le interfacce di rete in Windows XP
Quando serve?
Quando il sistema dà problemi perchè cominciano a comparire "Connessione di rete ..." con numeri sempre crescenti;
Quando si sono fatte molte installazioni o reinstallazioni delle schede di rete e la connessione sembra instabile.
Fasi:
1) diconnettere tutte le schede di rete ethernet, usb e bluetooth
2) rimuovere da Installazione applicazioni tutti i pacchetti driver e software che riguardano schede di rete (anche quelle virtuali come per certi antivirus, bluetooth software di telefonini, mp3 etc...)
3) usare la procedura di rimozione delle periferiche nascoste precedentemente illustrata per rimuovere in Sistema\Gestione hardware tutte le schede di rete installate (compresa l'eventuale Firewire 1394)
4) aprite regedit e andate alla chiave di registro:
[HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\CurrentControlSet\Control\Network\{4D36E972-E325-11CE-BFC1-08002BE10318}]
Cancellate tutte e solo le sottochiavi presenti al suo interno racchiuse tra parentesi graffe, lasciando inalterato il resto
5) Riavviare il pc
6) reinstallare eventuali driver di periferica seguendo le istruzioni del caso prima di riconnetterle al pc
In questo modo, si spera, verranno superati gli eventuali conflitti e malfunzionamenti di molte periferiche usb, in particolare avremo eliminato le periferiche erroneamente installate (Periferica sconosciuta).

Cavo Seriale Null Modem


...nella vita serve sempre

giovedì 2 dicembre 2010

Ma il Mac è realmente immune da virus o worm?

Qualche tempo fa, mi è capitato di notare che il sistema si stava riempendo di misteriosi (quanto innoqui) files il cui nome era: ".DS_store. Fortunatamente ho eseguito quanto descritto nella segente guida ed ho risolto:
...
"The following command will remove all .DS_Store files in a directory where it is executed as well as that particular directory’s subdirectories:
find . -name '*.DS_Store' -type f -delete
Why would you want to remove .DS_Store files? The .DS_Store files store Finder-specific preferences concerning the display of each of your folders. Removing these files is an easy way to reset your display preferences. Also, if you’re moving files between your Mac and another operating system such as Windows or Linux these files can cause unexpected problems and should be removed prior to transfer.
This command works on Mac OS X (both 10.4 Tiger and 10.5 Leopard) and Unix-type operating systems such as Linux. What follows is a step-by-step guide on how to properly use this command on Mac OS X.
Directions on how to recursively remove .DS_Store files on Mac OS X
1. Open up the Terminal application (/Applications/Utilities/Terminal.app).
2. Find the directory/folder that you wish to recursively delete the .DS_Store files from. For this tutorial let’s pretend you want to delete all the .DS_Store files in your Pictures folder and every folder inside that folder. Type this command into Terminal (without pressing the return key):
cd
3. Then drag and drop your Pictures folder onto the Terminal window. The cd command should now look something like this–where ariadoss is your Mac’s “short name” (i.e. your username):
cd /Users/ariadoss/Pictures
4. Press the return/enter key on your keyboard.
5. Type the following command into Terminal and press return to execute it:
find . -name '*.DS_Store' -type f -delete
Congratulations the .DS_Store files have been deleted. Please note that this command will just delete existing .DS_Store files; your Mac will continue to create them.
If you wish to disable the creation of .DS_Store files on external volumes type the following command into Terminal and hit enter (you may need to logout or restart your computer after executing this command):
defaults write com.apple.desktopservices DSDontWriteNetworkStores true"

ERC 32

Che cos'è?
"The ERC32 is a three-chip computing core implementing a SPARC V7 processor and associated support circuitry for embedded space applications. The integer and floating-point units (90C601E & 90C602E) are based on the Cypress 7C601 and 7C602, with additional error-detection and recovery functions. The memory controller (MEC) implements system support functions such as address decoding, memory interface, DMA interface, UARTs, timers, interrupt control, write-protection, memory reconfiguration and error-detection and reconfiguration. The core is designed to work at 25MHz, but using space qualified memories will limit the system frequency to around 15 MHz, resulting in a performance of 10 mips and 2 mflops.
A 35 MHz / 25 mips single-chip version of the ERC32 (TSC695E) replaces the three-chip set, and is available as a starter kit from Atmel (Temic Semiconductors)."
(from: http://www.xgc.com/gcc-erc32/prod03.htm )

DNS per p2p?

Peter Sunde, lo svedese cofondatore di The Pirate Bay, è al lavoro su un nuovo progetto: un sistema di root server DNS distribuito ed alternativo a quello di ICANN.
Lo scopo è quello di creare un mattone fondamentale per una rete libera ed a prova di censura. Un sistema centralizzato come quello attuale non può certo riuscire in questo scopo. Il piano di sviluppo è stato diviso in due parti. Nella prima fase verrà creato un sistema di DNS root server alternativo, ma niente di diverso da quanto fatto finora da ICANN. Nella seconda fase, invece, si creerà un sistema DNS distribuito e con funzionamento simile al p2p.
Le tecnologie per ottenere questo risultato sono già presenti e Sunde è convinto che grazie al gruppo di programmatori e specialisti di reti che ha messo insieme il futuro sarà roseo. Se e quando diventasse una realtà voi usereste o meno questo sistema DNS p2p?

Blackberry vs iphone

Downgrade del firmware dell'iphone 3G

Se siete in possesso di un iPhone 3G ed avete effettuato l’upgrade alla versione iOS4 avrete senza dubbio notato un sensibile decremento delle prestazioni tanto da farvi probabilmente rimpiangere la precedente versione 3.1.3.
Infatti Apple sembra non aver tenuto molto in considerazione il fatto che il processore del 3G (e delle versioni precedenti) ha una potenza inferiore ai modelli successivi, tanto che con l’iOS4, probabilmente a causa dell’introduzione di funzionalità avanzate come ad esempio il multitasking (che, ironia della sorte, è del tutto inutile se non si ha almeno un 3GS) si ha una notevole perdita nell’immediatezza e nei tempi di risposta che da sempre rappresentano uno dei maggiori punti i forza dell’iPhone.
Fortunatamente per voi, anche se Apple non lo dichiara ufficialmente, è possibile effettuare il downgrade del firmware del vostro iPhone 3G da iOS4 a 3.1.3 (attenzione però: il downgrade non consente il ripristino da backup fatto con iOS4). Ecco i passi da seguire:
1.Scaricate il firmware 3.1.3
2.Collegate l’iPhone al computer ed avviate iTunes in modo che possa riconoscerlo come collegato
3.Mettete l’iPhone in modalità DFU: premete per almeno 10 secondi in contemporanea i bottoni Home e Accensione, quindi rilasciate il bottone Accensione mantenendo premuto Home fino a quando non apparirà la seguente schermata:



4.Cliccate su OK e assicuratevi che il display dell’ iPhone rimanga nero: a questo punto il device è in modalità DFU e pronto per il downgrade.
5.Mantenendo premuto il tasto “Alt” sinistro su Mac (”Shift” sinistro se avete Windows), cliccate sul bottone “Ripristina” nella schermata principale su iTunes: nella finestra che apparirà selezionate il firmware 3.1.3 (file .ipsw) appena scaricato, quindi cliccate su “Scegli” per avviare il downgrade.
6.Ora attendete con un po’ di pazienza il completamento della procedura (iTunes potrebbe dare gli errori 1011, 1013 or 1015: ignorateli e completate la procedura)
7.Una volta completato il ripristino scaricate il tool RecBoot ed avviatelo, quindi cliccate sul bottone “Exit Recovery Mode” per uscire dalla modalità DFU e riavviare normalmente l’iPhone:



8.Con il riavvio l’iPhone si riconfigurerà in pochi istanti, dopodiché, sempre da iTunes potrete scegliere l’opzione “Configura come nuovo iPhone” in quanto il ripristino di un backup fatto con l’iOS4 non è possibile

AUTOCHK program not found - UNMOUNTABLE_BOOT_VOLUME

Impossibile avviare Windows.
Potrebbe accadere che a causa di uno dei migliaia di Virus Trojan, in circolazione vi siate beccati un'infezione che ha scombussolato completamente il Vs. Windows Xp, tanto da non riuscire più ad accedervi.
La videata che si presenta al riavvio è la seguente:
AUTOCHK program not found - skipping AUTOCHECK .
oppure
ON A BLUE SCREEN =
STOP 0X000000ED ( UNMOUNTABLE_BOOT_VOLUME)
....
Eccovi la soluzione basta copiare il seguente il file: mountmgr.sys
(da un altro computer o dal cd di installazione o, con i comandi da DOS, dal cd di Windows o di avvio, presente in cartella i386.)
nella cartella di destinazione C:\WINDOWS\system32\drivers
oppure qual'ora fossero presenti sul vostro hard disk dalle seguenti cartelle:
:\WINDOWS\$NtServicePackUninstall$
:\WINDOWS\ServicePackFiles\i386
Tutto dovrebbe tornare a posto.
casomai riscontraste ancora dei problemi, consiglio di partire in modalità provvisoria e registrare il file da riga di comando:
regsvr32 mountmgr.sys

In caso il vostro Windows continuasse a non funzionare consiglio (come mi è capitato) di cancellare e/o rinominare la cartella C:\WINDOWS\system32\drivers e di reinserire la versione salvata (da ghost o altro software di backup disco) al posto della cartella \drivers.
Infine, poichè prevenire è meglio che curare, consiglio per il futuro, di fare una semplice copia della cartella \drivers presente in C:\WINDOWS\system32\ in una qualsiasi directory sul nostro hard disk. ad esempio c:\tmp\

Recuperare WindowsXP senza re-installarlo , dopo aver sostituito la scheda madre

Per evitare di dover re-installare Windows XP (qualsiasi versione) a seguito di un upgrade della scheda madre, soprattutto nel caso questa abbia un chipset differente dal precedente, la soluzione adottata di norma , era quella di effettuare una nuova installazione e di sovrascrivere la precedente versione di Windows.
Esiste un altro metodo , abbastanza semplice che permette di avviare il pc senza dover re-installare nuovamente i service pack, patch di sicurezza e tutti gli aggiornamenti Microsoft.

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Procedura:
Prima di procedere alla sostituzione della motherboard , estrarre i file:
- Isapnp.sys
- Atapi.sys,
- Intelide.sys,
- Pciide.sys
- Pciidex.sys
dalla cartella \I386\Driver.cab del Vs. Cd di installazione ...
e copiarli in \Windows\System32\Drivers.
Effettuare doppio click sul file (http://www.wintricks.it/windxp/dload/REinstal.reg) REinstal.reg ed inserirlo nel registro di configurazione o utilizzare reinstal.bat.
Una volta copiati i file ed inserito il registro, spegnete il pc e cambiate motherboard, al riavvio, il nuovo chipset dovrebbe venir riconosciuto dal s.o. senza schermate blu e segnalazione di errori.

Shell Windows

Alcuni comandi della shell di Windows utili da sapere:

ARRESTO - RUNDLL32 user.exe,ExitWindows

RIAVVIO - RUNDLL32 shell32,SHExitWindowsEx 2

RIAVVIO RAPIDO - RUNDLL user.exe,exitwindowsexec

LOGOFF UTENTE - RUNDLL32 shell32.dll,SHExitWindowsEx 0

ARRESTO INDISCRIMINATO (attenzione!!!) - RUNDLL32 krnl386.exe,exitkernel S

ADA

Fin dalla prima stesura, Ada fu sottoposto a un processo continuo di revisione che ne ha migliorato ed estese le caratteristiche di linguaggio estremamente efficiente e sicuro. Nel 1995 la prima versione fu aggiornata e notevolmente modificata con la ratifica di secondo standard (ISO/IEC 8652:1995(E)). Un'ulteriore nuova versione dello standard internazionale è attesa a breve, anche se le novità, principalmente costituite da una libreria di "Containers" come le "Linked List" e le "Map" di oggetti, sono da tempo già implementate nei più avanzati compilatori come il GCC-4.x della FSF - Free Software Foundation e lo GNAT di AdaCore.
Come esempio non esaustivo a proposito del fatto che Ada supporta la progettazione di sistemi software "mission and safety critical", basti sapere, caso più unico che raro, che i compilatori per il linguaggio devono seguire un processo di certificazione che è esso stesso uno standard internazionale (ISO/IEC 18009 - Ada: Conformity Assessment of a Language Processor). Il cosiddetto "ACATS - Ada Conformity Assessment Test Suite" è una suite di test costruita secondo il suddetto standard ed è parte integrante del processo di certificazione svolto da laboratori autorizzati sotto l'autorità del Ada Compiler Assessment Authorit (ACAA).
Ada rappresenta lo stato dell'arte dell'ingegneria del software, e unisce in una soluzione unica principi e tecniche provenienti da diversi paradigmi di programmazione, in particolare programmazione modulare, programmazione orientata agli oggetti, programmazione concorrente e programmazione distribuita.
Sebbene l'interesse del DOD vertesse principalmente sullo sviluppo di applicazioni militari, Ada è un linguaggio general-purpose, ovvero utilizzabile in qualsiasi dominio applicativo. L'origine militare del linguaggio si rivela però nella presenza di caratteristiche molto evolute in materia di sicurezza del codice; per questo motivo, il linguaggio viene ancora oggi usato in molti contesti in cui il corretto funzionamento del software è critico (per esempio sistemi di controllo di velivoli - avionica - e del traffico aereo).
Fra le caratteristiche peculiari di Ada si possono citare:
  • programmazione concorrente (task)
  • programmazione real-time
  • gestione delle eccezioni
  • presenza di tipi di dati astratti
  • controlli semantici estesi in fase di compilazione
  • programmazione distribuita
  • possibilità di definire il formato dei dati a livello di bit (utile per il controllo di dispositivi esterni).

Kite-surf

Atto dovuto nei confronti di chi arricchisce la nostra fantasia.

Gli aquiloni sin dal 2006 si differenziano nelle seguenti categorie:

SLE (prima anche Bow-Kite)
Sono kite con la LeadingEdge (LE) supportata da un sistema di briglie che ne mantengono una forma più piatta, massimizzando la superficie esposta. Sono dei kite (gonfiabili o no) caratterizzati da una forma della LeadingEdge (LE) non piana, cioè in un SLE/BOW non esiste un piano passante per tutta la LE. Sono Kite che permettono un range di utilizzo molto più ampio dei C-Kite (segue definizione) rispetto alla stessa misura. Per esempio, tipicamente, un C-Kite 12 m2 può essere usato da 15 a 20 nodi, alcuni Bow/SLE possono essere utilizzati da 12 fino a 26-28 nodi. Offrono una potenza specifica dell'ordine del 30/35% maggiore. Sono in grado di assorbire raffiche sostenute di vento grazie al sistema di brigliatura che ne consente una grande variazione dell'angolo di attacco ed un ingegnoso sistema di carrucole. In pratica sventano di più. Sono pilotati da un sistema di 4 (qualche modello usa anche 5 linee). Gli SLE possono o no presentare sistemi di carrucole per le back lines ciò ne influenza la risposta (il feedback) al rider: in genere più immediata in quelli senza carrucole.
C-Kite
Erano i classici aquiloni gonfiabili fino all'avvento degli SLE. La struttura principale (LeadingEdge e Struts) sono mantenute rigide grazie a delle camera gonfiate a pressione (aria) detti bladders. Essendo galleggianti ne è facile il rilancio dall'acqua. Sono pilotati da un sistema di 4 (vecchia tecnologia per un C-Kite) o 5 linee/cavi. Oggi coprono la nicchia dei freestyler in quanto, essendo meno potenti e con meno inerzia alla rotazione, risultano più facili per questa discipilina.
Kite Ibridi
Sono un'evoluzione dei C-Kite, nei quali vengono innestati i concetti chiave dei Bow e degli SLE. Comparsi dal 2007 perché i progettisti hanno cercato di coniugare i pregi dei C-kite (risposta veloce ai comandi, ovvero elevata turning speed) con quelli dei Bow-kite (elevato depower). Oggi, a causa della molteplice offerta di shape negli SLE è difficile tracciare una netta distinzione tra SLE ed ibridi.
FoilSono i classici aquiloni che non hanno camere d'aria da gonfiare, più lenti dei gonfiabili ma molto stabili, vengono gonfiati dall'aria. Si trovano in versione supportata/brigliata (SLE) o a 4/5 linee dirette. Quelli marini, possono essere usati sia in acqua che sulla neve o sulla terra (Landboarding). Nella versione con brigliatura possiedono prestazioni in vento leggero ottime a prezzo di una lentezza di conduzione. Sono poco diffusi a causa dei costi elevati nella versione brigliata.

Gli SLE in breve sono caratterizzati da una maggiore sicurezza. In pratica consentono di quasi annullare totalmente l'azione di trazione del kite in qualunque momento ed in qualunque manovra. Questo ne ha proiettato il successo negli ultimi tempi, soprattutto per l'utilizzatore "freerider" e per gli appassionati di "wave", che possono surfare con la spinta dell'onda annullando quasi totalmente la trazione del kite. Da quest'anno (2009) per le manovre di freestyle, sono usabili specifici SLE (meno piatti) o ancora i classici C-kite, essenzialmente per due motivi: minore potenza, maggiore costanza della trazione e maggiore velocità di manovra (turning speed).

Quesito.

Cosa succede se si fa una 'free' ad un puntatore NULL?

Start/Stop MySQL

The command depends on the linux distribution installed on your dedicated server or on your virtual private server. First your need login as root. After this you have to type:

1) RedHat Linux
Start mysql server:
# /etc/init.d/mysqld start
stop mysql server:
# /etc/init.d/mysqld stop
restart mysql server
# /etc/init.d/mysqld restart

2) Fedora Core
Start mysql server:
# /etc/init.d/mysqld start
stop mysql server:
# /etc/init.d/mysqld stop
restart mysql server
# /etc/init.d/mysqld restart

3) SUSE
Start mysql server:
# /etc/init.d/mysql start
stop mysql server:
# /etc/init.d/mysql stop
restart mysql server
# /etc/init.d/mysql restart

4) Linux Debian
Start mysql server:
# /etc/init.d/mysqld start
stop mysql server:
# /etc/init.d/mysqld stop
restart mysql server
# /etc/init.d/mysqld restart

WYSIWYG

WYSIWYG è l'acronimo che sta per l'inglese What You See Is What You Get ("quello che vedi è quello che ottieni" o "ottieni quanto vedi"). Il termine è proprio del campo dell'informatica ed ha sostanzialmente tre significati.
Il primo significato si riferisce al problema di ottenere sulla carta testo e/o immagini che abbiano una disposizione grafica uguale a quella visualizzata sullo schermo del computer. I primi software e le prime stampanti nell'ambito dell'utenza domestica non davano in stampa risultati pienamente soddisfacenti, e questo problema fu superato con l'introduzione di nuovi dispositivi e software. Pionieri furono il sistema di codifica dei caratteri TrueType sviluppato dalla Apple Computer e il programma Adobe TypeManager. Il sistema operativo Microsoft Windows ha supportato sin dalle sue prime versioni questo tipo di stampa, avendo la Microsoft immediatamente eliminato il sistema TrueType.
Con il tempo il significato dell'acronimo si è esteso per analogia anche ad alcune problematiche nella creazione di pagine web. Per intenzione dei suoi creatori, il codice HTML descrive le pagine in maniera logica, e non dà nessuna informazione sulla disposizione grafica degli elementi al dispositivo o al browser che dovrà interpretare il codice HTML. Per superare il problema sono stati sviluppati nuovi standard. Uno di questi è il foglio di stile (CSS: Cascading Style Sheets, Fogli di Stile a Cascata), che è un codice che tra le sue potenzialità possiede anche quella di poter descrivere, entro ragionevoli limiti, l'aspetto grafico di una pagina web (questo purché il dispositivo o il browser che interpretano il codice della pagina siano compatibili i fogli di stile).
L'ultimo significato, infine, si riferisce:
  • agli editor HTML incorporati nelle pagine web che permettono di modificare pagine web non dal codice, bensì come da un normale word processor;
  • a programmi analoghi ma più sofisticati che vengono eseguiti normalmente dal sistema operativo, anche con funzionalità più avanzate come la connessione ftp.
L'acronimo che si riferisce al concetto opposto è What You See Is All You Get, e si riferisce all'effetto che producono determinati linguaggi, software o standard di non poter controllare l'aspetto finale del documento prodotto.
Fuori dal campo dell'informatica, è utilizzato in giochi da tavolo con modellini (ad esempio Warhammer) per indicare che le abilità e gli equipaggiamenti dei quali il personaggio o l'unità può disporre durante il gioco sono quelli effettivamente rappresentati sul modello.

Orbita Eliosincrona

Si dice eliosincrona un'orbita geocentrica che combina altezza e inclinazione in modo tale che un oggetto posto su quest'orbita, sorvola ogni dato punto della superficie terrestre sempre alla stessa ora solare locale. In questo modo l'illuminazione solare sulla superficie terrestre risulta essere la stessa per ogni rivoluzione, cosa che aiuta l'osservazione essendo le condizioni di luce grosso modo invariate orbita dopo orbita. L'orbita eliosincrona ha inclinazioni di 95-100 gradi sul piano equatoriale, quota variante fra 200 e 800 km e periodo orbitale di 90-100 minuti.Si dice eliosincrona un'orbita geocentrica che combina altezza e inclinazione in modo tale che un oggetto posto su quest'orbita, sorvola ogni dato punto della superficie terrestre sempre alla stessa ora solare locale. In questo modo l'illuminazione solare sulla superficie terrestre risulta essere la stessa per ogni rivoluzione, cosa che aiuta l'osservazione essendo le condizioni di luce grosso modo invariate orbita dopo orbita. L'orbita eliosincrona ha inclinazioni di 95-100 gradi sul piano equatoriale, quota variante fra 200 e 800 km e periodo orbitale di 90-100 minuti.

nella fine l'inizio

Ebbene è arrivato il momento di mettere da parte i ricordi più o meno belli dei viaggi guyanesi per iniziare a guardare avanti dedicandosi a cose più serie. Il nome di questo blog è sicuramente forviante poichè non butteremo nè tempo nè bytes per descrivere le assurde imprese di un uomo che quotidianamente rischia la vita sul Kites Surf , sui GoKarts o perde le valigie in giro per il mondo; vorrei dedicare questo spazio invece all'approfondimento di alcuni temi tecnologici senza illudermi di creare un vero "wiki" ma semmai di conservare alcuni appunti che potrebbero rivelarsi utili alle attività quotidiane legate al nostro mestiere.